Un estratto dal bellissimo articolo pubblicato da Contemporary Italian Ceramic, scritto da
“In Germania Schwäbisch Gmünd sta all’oro e all’argento come in Italia Faenza sta alla maiolica.
Nel 2001 è avvenuto il gemellaggio tra le due eccellenze europee in ambito di alto artigianato artistico che nel 2017 hanno consolidato questo rapporto con il progetto Gioielli Gemelli. I responsabili dell’organizzazione per il gemellaggio, coordinato dall’Ente Ceramica Faenza e dall’Associazione per i gemellaggi del Comune di Faenza, hanno selezionato quattro artiste faentine per la concretizzazione dell’evento da affiancare a quattro orafe di Schwäbisch Gmünd che hanno messo a disposizione il loro sapere con estrema generosità, accoglienza e ospitalità.
Così, nell’estate del 2017 Andrea Kotliarsky , Cristina D’Alberto, Elvira Keller e Fiorenza Pancino, quattro artiste di fama internazionale, quattro amiche, tutte accomunate dall’essere faentine d’adozione e attive nella città manfreda, partono per Schwäbisch Gmünd, per realizzare questo progetto di collaborazione italo-tedesca, ospitate dal 5 al 10 giugno con un’accoglienza e un calore decisamente fuori dall’ordinario per merito di Katharina Aubele, ospitate nei laboratori della scuola orafa della città, avvalendosi della collaborazione di quattro prestigiose orafe: Eva-Maria Seyl & Sevi Seitz, Simone Kern, Alkie Oster e Katharina Kolb.”
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“Elvira e Alkie sono partite dallo stesso concept lavorando e realizzando opere sul significato personale di casa. Si sono ritrovate nel considerarla sostanzialmente un luogo di intimità, protezione, nascondiglio e su questo hanno progettato i gioielli in esposizione. Hanno giocato sull’idea di racchiudere nel rifugio sorprese e piccoli segreti e si sono divertite ed emozionate a cercare nei magazzini della scuola, rovistando in scatole piene di ciondolini, proprio quei piccoli segreti, elementi di vari materiali e forme, che hanno costituito la parte integrante e preziosa dei ciondoli in gres. Anche per le collane scultura sono entrate in perfetta assonanza con le Palafitte di Elvira inserendo nel tema principe dell’artista faentina la suggestiva idea di piedi solidi ma mobili.”
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